RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE: COSA SONO

I rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) costituiscono oltre un terzo di tutti i rifiuti prodotti in Europa e sono prevalentemente costituiti da laterizi, murature, frammenti di conglomerati cementizi anche armati, rivestimenti e prodotti ceramici, scarti dell’industria di prefabbricazione di manufatti in calcestruzzo anche armato, frammenti di sovrastrutture stradali o ferroviarie, conglomerati bituminosi fresati a freddo, intonaci, allettamenti.
Una volta effettuata la demolizione i cosiddetti materiali di risulta vanno separati per tipologia, secondo normativa, e destinati agli impianti di trattamento per essere rimessi nel ciclo produttivo.
È sempre più comune pensare alla gestione di questi rifiuti come un fattore chiave di un processo economico circolare, che dalla loro produzione, passa attraverso l’analisi, la gestione, lo smaltimento e la loro riutilizzazione.
RIFIUTI EDILIZI: INERTI, METALLICI, LEGNOSI, PLASTICI E PERICOLOSI
I materiali da costruzione possono essere classificati in:
- rifiuti inerti, come calcestruzzo, laterizi, pietre, ecc. che possono essere riciclati come aggregati per la produzione di nuovi conglomerati cementizi o per la realizzazione di sottofondi stradali o riempimenti
- metallici, come acciaio, ferro, alluminio, rame, ecc. che possono essere riciclati come materie prime per la produzione di nuovi manufatti metallici
- legnosi, come travi, tavole, pallet, ecc. che possono essere riciclati come combustibile per la produzione di energia termica o elettrica o come materiale per la produzione di pannelli truciolari o compensati
- plastici, come tubazioni, rivestimenti, imballaggi, ecc. che possono essere riciclati come materie prime per la produzione di nuovi manufatti plastici o come combustibile per la produzione di energia termica o elettrica
- rifiuti pericolosi, come amianto, eternit, vernici, solventi, ecc. che devono essere smaltiti in appositi impianti autorizzati secondo le norme vigenti
DA DOVE PARTIRE? LA DEMOLIZIONE SELETTIVA E LA GESTIONE DEL MATERIALE DI RISULTA.
Il modo più efficace per avviare un processo di economia circolare è separare, in fase di demolizione dell’edificio, i diversi materiali da costruzione utilizzati. Una procedura il cui esito ottimale dipende da diversi fattori:
- posizione del cantiere rispetto alle attività di trattamento e recupero dei materiali
- spazi disponibili nel cantiere di demolizione per la raccolta dei rifiuti e dei materiali recuperati
- tecnica costruttiva con la quale è stato realizzato il manufatto edilizio
- potenzialità dei materiali che costituiscono l’edificio di essere avviati a processi di recupero e/o riciclaggio
- vicinanza con altri fabbricati o al sistema della viabilità
RIFIUTI DA ATTIVITA’ DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE: LA NORMATIVA
La demolizione selettiva, come ad esempio descritta dalla Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto nel 2012 (DGRV n.1773), comprende:
1. Indagine preliminare:
- valutazione delle caratteristiche dell’edificio
- valutazione delle criticità
2. Azioni preliminari alla demolizione:
- rimozione delle componenti pericolose (bonifica)
- smontaggio dei componenti riutilizzabili
- rimozione delle componenti riutilizzabili (strip out)
La fase dello strip-out richiede competenze tecniche in materia di rifiuti e bonifiche da parte del personale impiegato nelle operazioni e servono anche dei laboratori accreditati e tecnici per la ricerca dei parametri caratteristici del rifiuto campionato. Nella fase esecutiva occorrono infine maestranze in grado di riconoscere eventuali criticità legate ai rifiuti di cantiere, operare in totale sicurezza e d’interpretare le mappature realizzate nella fase preliminare.
La selezione allunga i tempi di demolizione ma offre grandi vantaggi:
- possibile riutilizzo dei materiali di scarto
- minore quantità di rifiuti destinati in discarica
- minori costi di trasporto e smaltimento
- rifiuti omogenei e di maggior qualità
- migliore organizzazione del cantiere
3. Demolizione con separazione delle diverse tipologie di rifiuti
- aree produttive
- aree civili
4. Piano di gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione
La corretta gestione dei rifiuti, in vista di una successiva reintroduzione nel ciclo produttivo, prevede il loro deposito temporaneo nel luogo in cui sono stati prodotti, ai fini del trasporto in un impianto di trattamento. Trasporto che può essere effettuato con mezzi propri o da terzi autorizzati e deve
SMALTIMENTO RIFIUTI EDILI: COME SI SMALTISCONO?
Qualunque rifiuto inerte, indipendentemente dalla sua origine può costituire un aggregato riciclato o artificiale, se correttamente sottoposto ad un processo di recupero. Tra questi la normativa prevede:
- scarti di ghiaia e pietrisco
- rifiuti prodotti della lavorazione della pietra
- rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento
- cemento
- mattoni
- mattonelle e ceramiche
- miscele bituminose
- terra e rocce
- rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione
Differentemente, lo smaltimento dei rifiuti inerti prevede il trattamento e deposito definitivo in discarica dei rifiuti e scarti non valorizzabili. Rifiuti che devono essere ammissibili previo campionamento e analisi, al fine di stabilirne la pericolosità e indirizzarli nei siti con livelli di tutela superiore o inferiore.